giovedì 21 gennaio 2016

Il caos siriano: Stati Uniti d'America


Durante le vacanze invernali i miei studenti ed io abbiamo provato a mettere un po' di ordine nelle vicende attuali che riguardano la lotta allo Stato Islamico della Siria e del Levante. Ci siamo divisi i compiti, in modo tale che fossero analizzate le posizioni di ciascun protagonista della guerra in atto.



Dopo la fine della Guerra Fredda gli Stati Uniti sono stati a lungo l’unica potenza a governare quello che loro chiamano l’ordine mondiale (ma dagli effetti devastanti di questo governo, sarebbe meglio chiamarlo il disordine mondiale).

In Medio Oriente (senza parlare di ciò che è successo in Afghanistan), oltre a sostenere in modo incondizionato l’espansionismo di Israele, hanno

  • sostenuto l’Iraq di Saddam Hussein per combattere l’Iran di Khomeini (1980-88);
  • combattuto contro l’Iraq di Saddam Hussein che aveva invaso il Kuwait (1990-91);
  • occupato l’Iraq per rovesciare Saddam Hussein, uccidendolo, perché accusato di sostenere Al Qaeda e possedere armi di distruzione di massa, e per “esportare la democrazia” (2003-11).


Queste sono le immagini che trasmettevano le TV americane e che rimbalzavano su tutti i media del mondo: 
una rappresentazione che ha trasformato la guerra in un videogioco surreale. 

L’Iraq non possedeva armi di distruzione di massa e non sosteneva Al Qaeda. A posteriori tutti quelli che hanno fatto parte della coalizione anti-Saddam hanno riconosciuto l’errore di quella guerra, anche perché ha gettato l’Iraq nel caos degli attacchi terroristici e del radicalismo islamico, favorendo la nascita dell’ISIS, nata proprio da ex militari iracheni di Saddam Hussein.

Gli Stati Uniti hanno sostenuto (e sostengono) i ribelli anti-Assad in Siria (sempre per “esportare la democrazia”), favorendo in questo modo la crescita del cancro ISIS. Fino a che le azioni dell’ISIS sono rimaste confinate in Medio Oriente e i profughi riguardavano solo l’Italia e marginalmente gli altri Paesi, nessuno sembra dare reale importanza al radicalismo islamico.

Poi le cose sono cambiate: gli attentati di Parigi del 13 novembre 2015 hanno segnato la svolta. Adesso si cercano alleanze anti-ISIS e si scopre che ogni protagonista della coalizione vi partecipa con prospettive differenti:

  • gli USA comunque si concentrano sul rovesciamento di Assad con la coalizione guidata dall’Arabia Saudita;
  • la Russia, rientrata di prepotenza nello scenario mondiale, punta al sostegno di Assad con la coalizione guidata dall’Iran.



E questo è l'ultimo post sul caos siriano. Fin qui si è parlato di Siria, di Iran, di Turchia, di Iraq, di Arabia Saudita, di ISIS, di Hezbollah, di Francia e Gran Bretagna, Russia, Italia, di Al Qaeda e dei curdi.


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