domenica 21 agosto 2011

Le pratiche dell'allevamento




Scrivo questo post per ampliare e completare alcune informazioni introdotte con l'articolo La rivoluzione del cibo, di Lorenzo Braghieri.

L'allevamento degli animali è effettuato per la produzione di carni per l'alimentazione, per la produzione di derivati (latte, uova, lana, pelli), o per l'impiego come aiuto nel lavoro.

In alcune regioni si pratica l'allevamento estensivo: vasti terreni non coltivati consentono agli animali di pascolare liberamente. La resa di questo tipo di allevamento è molto bassa, ma occupa il 26% delle terre emerse libere da ghiacci. Questo tipo di allevamento si attua, ad esempio:

  • nelle aree semi-aride dell'Asia o dell'Africa, dove si ha una pastorizia nomade;
  • nelle piccole aziende familiari dell'Europa mediterranea;
  • nelle vaste praterie dell'America settentrionale e meridionale, dove prevale il latifondo.

Deve trattarsi di un'attività molto redditizia quella attuata in Sudamerica, visto che ampie fasce di foresta amazzonica sono convertite a terreno per l'allevamento, o per l'agricoltura per sostenere l'allevamento intensivo.

La mappa mostra i dati della riforestazione: i valori negativi indicano la riduzione delle aree forestali (in arancione e rosso).


L'allevamento intensivo riguarda soprattutto bovini e suini e si attua in aree ad alto sviluppo tecnologico, perché l'ingrasso avviene "scientificamente". Gli animali sono confinati in uno spazio molto ridotto, e sono alimentati con mais e soia, che permettono all'animale di raggiungere in un anno il peso che, con l'alimentazione a foraggio, è raggiunto in cinque anni.


E queste sono pratiche legali. Sono illegali l'uso di ormoni, che determinano l'aumento di peso per aumentata ritenzione di liquidi, e l'impiego di farine animali nell'alimentazione, prodotte coi resti di animali e che hanno fatto propagare il morbo "della mucca pazza", e l'uso di antibiotici ad uso auxinico (=per aumentare la crescita). Tuttavia, è molto difficile il controllo sull'uso di antibiotici, perché sono usati in zootecnia anche per la cura delle malattie di origine batterica, frequenti proprio per le condizioni di vita degli animali.

Per comprendere la forza delle lobbies degli allevatori, rimando a un articolo sulla disputa fra Canada e Europa, durata 13 anni, sul divieto dell'uso dell'ormone della crescita.

Gli allevamenti intensivi non solo non sono autosufficienti per l'alimentazione degli animali, ma anche per lo smaltimento delle deiezioni, che sono potenzialmente veicoli d'infezioni, e che se non vengono isolate, provocano la contaminazione delle falde acquifere.

Tutte le problematiche appena descritte crescono esponenzialmente nel caso degli allevamenti industriali, gli allevamenti senza terra, chiamati così perché sono realizzati in modo completamente indipendente dal contesto geografico e climatico in cui si trovano; in queste condizioni vengono allevati principalmente maiali, polli e galline ovaiole.

Questi animali vengono cresciuti all’interno di grossi capannoni illuminati e areati artificialmente e nutriti con alimenti importati da altri luoghi, all'interno di gabbie che impediscono il movimento


allevamento intensivo di maiali


allevamento intensivo di galline ovaiole



IMPATTO AMBIENTALE DEGLI ALLEVAMENTI


Come già detto:

  1. sottrazione di enormi estensioni di terreno all'agricoltura, che potrebbero sfamare la popolazione;
  2. deforestazione, per convertire aree boschive a terreno da pascolo o per le colture dedicate all'allevamento, la riduzione della foresta riduce il consumo di $ CO_2 $ aumentando l'effetto serra;
  3. inquinamento delle acque con l'eliminazione delle deiezioni, rendendo inutilizzabili le falde e, col ciclo dell'acqua, portando ai laghi e ai mari minerali che causano il fenomeno dell'eutrofizzazione;
  4. la sofferenza prodotta ad altri esseri viventi;
e inoltre:
  1. lo sviluppo di specie batteriche resistenti, a causa del massiccio impiego di antibiotici;
  2. la riduzione della fertilità del suolo (desertificazione) nei pascoli a causa dello sfruttamento eccessivo e del calpestio del manto erboso;
  3. lo sviluppo di tossine nelle carni a causa delle condizioni di stress in cui si trovano gli animali negli allevamenti intensivi;
  4. l'immissione nell'atmosfera di $ CH_4 $ (metano), un gas serra 72 volte più potente della $ CO_2 $ (anidride carbonica), e $NO_2 $ (biossido d'azoto), gas serra 300 volte più potente della $ CO_2 $, con la proprietà di essere instabile e di ossidarsi nell'atmosfera trasformandosi in $ HNO_3 $ (acido nitrico), uno dei responsabili delle piogge acide
  5. il consumo di acqua, bene assai prezioso in larga parte del mondo. 

La FAO (Food and Agriculture Organization), ha prodotto un documento sull'impatto ambientale degli allevamenti, da cui sono tratte la maggior parte delle informazioni che qui sono riportate.


Sviluppo insostenibile - 1



Il breve brano che vi propongo è un momento molto commovente del film "2022: i sopravvissuti" del 1973.

Anno 2022: la Terra è devastata dall'inquinamento e dalla sovrappopolazione. La natura incontaminata non esiste praticamente più e il clima è stravolto in senso torrido. Le stagioni si sono ridotte ad una perenne estate che dura tutto l'anno, con 32 ºC di temperatura. New York City, dove si svolge la storia, è un formicaio di 40 milioni di abitanti pressati in fatiscenti condomini, il dominio tecnologico e il consumismo sono tramontati perché gli oggetti che hanno prodotto stanno cadendo a pezzi, per mancanza di ricambi; manca pure la corrente elettrica, per la crisi energetica causata dalla mancanza di petrolio; il cibo e l'acqua sono razionati (cit. Wikipedia).

Solomon Roth, l'anziano signore che vediamo nel video, è depositario di un terribile segreto, a causa del quale gli è insopportabile continuare a vivere. Per questo si reca al Tempio, dove viene praticata l'eutanasia. Ha diritto, prima di morire, di vedere le immagini d'archivio di paesaggi naturali ormai scomparsi.

Le immagini di questo film, che ho visto moltissimi anni fa, si ripresentano alla mia memoria ogni volta che sono testimone, diretta o indiretta, della distruzione dell'ambiente in cui viviamo, che ci avvicina agli scenari apocalittici preconizzati.



OCEANI DI PETROLIO

Dal 20 aprile al 4 agosto 2010, a causa dell'incidente alla piattaforma Deepwater Horizon della BP, si sono riversati milioni di barili di petrolio nelle acque del golfo del Messico che ancora galleggiano sulle acque di fronte a Louisiana, Mississippi, Alabama e Florida, oltre alla frazione più pesante del petrolio che ha formato ammassi chilometrici sul fondale marino.




Su questa pagina sono elencati i grandi incidenti petroliferi dal 1900.



ISOLE DI SPAZZATURA

La plastica non è biodegradabile, e non deve essere bruciata perché sviluppa diossine, sostanze estremamente tossiche. Se non è riciclata resta nell'ambiente e si accumula. Si frammenta in piccoli pezzi, ma non può essere smaltita. E allora? Si sta accumulando un'enorme quantità di plastica in una vastissima regione dell'Oceano Pacifico, trascinata dalle correnti del Vortice del Nord. Oltre ad essere disgustosa alla vista, è estremamente dannosa per gli animali acquatici e gli uccelli marini, come mostrano le immagini del video seguente.


Il Pacifico è lontano? Anche il Mediterraneo è pieno di plastica. Ovunque!



DESERTIFICAZIONE


Il deserto è un luogo in cui, a causa della scarsità delle precipitazioni, dell'elevata evaporazione dell'acqua e dell'infertilità del suolo, è impedito l'insediamento umano. È un luogo di transito, ma non ci si può vivere. Ai margini dei deserti si trovano zone semi-aride, regioni ad alto rischio di desertificazione; qui le condizioni di vita sono molto precarie, i terreni hanno basse rese e, se si verificano lunghi periodi di siccità, si registrano carestie che provocano la morte per fame e la fuga delle popolazioni.

L'avanzamento del deserto dipende:

  • dal riscaldamento globale,
  • dalla riduzione delle foreste,
  • dall'eccessivo sfruttamento dei suoli, sia per l'agricoltura che per l'allevamento,
  • dal calpestio del suolo causato dal pascolo,
  • dall'eccessivo prelievo o dalla deviazione dei corsi d'acqua.

tutti fattori influenzati dalle attività umane.

Nell'immaginario collettivo si associa il processo di desertificazione al Sahel africano, invece è un fenomeno che riguarda tutti i continenti, Europa compresa. In tutti gli stati europei che si affacciano al Mediterraneo (Portogallo, Spagna, Italia, Grecia, Turchia) è in atto una cospicua riduzione del suolo fertile. In Italia è il 27% del territorio ad essere minacciato dai processi di inaridimento, e le regioni più a rischio sono Sicilia, Sardegna, Puglia, Calabria e Basilicata.

La seguente mappa mostra la riduzione delle zone umide e l'avanzata delle zone semi-aride in Sicilia dal 1931 al 2000.




IL COLORE DEL CIELO

Uno degli aspetti più angoscianti del film "Soylent green" è l'uniformità dei colori durante il giorno, come quando la luce è filtrata da una nebbia giallognola. È così che vivono ora i Cinesi, che bruciano voracemente il carbone per alimentare le loro industrie. Per non parlare della qualità dell'aria provocata dal traffico.


Ho trovato sul web un'immagine satellitare che mostra l'enorme cappa di smog che ricopre gran parte della Cina in movimento verso gli Stati Uniti. Purtroppo l'immagine è coperta da copyright e per ottenerla dovrei pagare (uffa, questi americani). Però posso inserire il link al loro sito.

Ma questa non è Pechino, è Milano:


Oggi Milano non è così: siamo in agosto e la città è vuota. Niente traffico. Il cielo è azzurro!


Aggiornamento:

Leggo ora questo articolo dal titolo LA COSTA LAZIALE È UNA FOGNA A CIELO APERTO?. Due paginette. È solo cronaca :-(



segue...