domenica 20 settembre 2015

La questione mediorientale - concetti chiave

Trattando la questione mediorientale è necessario fare un po' di chiarezza su alcuni termini e concetti che vengono usati, il cui significato non è sempre chiaro, e talvolta è controverso. Cercherò fornire una definizione sintetica, rimandando alla lettura di testi più ampi con dei link, principalmente a Wikipedia.

In ordine alfabetico: Califfo/Califfato, ISIS/Daesh/Stato Islamico, jihad/jihadismo, Medio Oriente/Vicino Oriente, Paesi arabi/Paesi islamici, Primavere arabe, Sciiti/Sunniti, Shariʿah (legge), sionismo, ...

Sono ben accetti suggerimenti e integrazioni :-)



In primo luogo, quale parte del mondo chiamiamo Medio Oriente?


Il nome della regione deriva da una prospettiva europea, e quindi sarebbe preferibile chiamarlo Vicino Oriente.
Facendo una ricerca sul web si trovano diversi risultati, ma per comodità possiamo circoscriverlo alla regione che va dall'Egitto all'Iran, e dalla Penisola dell'Anatolia alla Penisola Arabica, come evidenziato dalla cartina geografica.



Altri due punti su cui è necessario fare chiarezza:
  1. Quali sono i paesi arabi? Sono i paesi la cui maggioranza della popolazione parla la lingua araba, che è la lingua ufficiale dello Stato.

  2. Quali sono i paesi islamici? Sono i paesi la cui maggioranza della popolazione è musulmana, cioè professa la religione islamica. La religione in questi Stati è fortemente legata al governo politico, ma solo in alcuni la giurisprudenza applica la Shariʿah, come Iran e l'Arabia Saudita.

    Quindi: tutti i paesi arabi sono islamici, ma non viceversa



Il mondo islamico non è per nulla monolitico. Come per la religione cristiana, anche i musulmani presentano delle divisioni al loro interno. Una prima grande distinzione è quella fra sunniti e sciiti. E qui cito il lavoro della mia alunna Sara, che ha fornito una spiegazione.

Sunniti e sciiti sono entrambi dei seguaci dell’Islam:
  • credono nello stesso Dio, Allah;
  • credono nel suo profeta Maometto;
  • obbediscono ai cinque pilastri della religione.

La divisione tra sunniti e sciiti risale alla morte del fondatore dell'islam, Maometto (632 d.c.), per la designazione del califfo (il successore, alla guida dei popoli musulmani):
  • i sunniti (sunnah/tradizione) ritengono che il successore di Maometto dovesse essere Abou Bakr, amico e suocero di Maometto;
  • gli sciiti ritengono che il successore di Maometto dovesse essere Alì, suo cugino e allo stesso tempo genero.

Prevalsero numericamente i sunniti, che oggi costituiscono l’80% dei musulmani. Con l’ascesa di Khomeini in Iran, nel 1979, si generò una vera contrapposizione politica fra gli stati a maggioranza sciita, capeggiati dall’Iran e quelli a maggioranza sunnita, capeggiati dall'Arabia Saudita, e quindi le divisioni religiose sono utilizzate per fini politici.



Storicamente il califfato, il governo e i territori governati dal califfo, ha avuto inizio alla morte di Maometto, nel 632, e si è concluso nel 1258 con la presa di Baghdad (l'odierna capitale dell'Iraq) da parte dei mongoli. Nel tempo della sua massima estensione i territori del califfato andavano dalla Spagna all'Indo, includendo il Nord Africa, tutto il Medio Oriente, Pakistan, Afghanistan. Il governo era di tipo dinastico. I principali califfati sono stati quello degli ommayyadi (con capitale Damasco, nell'odierna Siria) e quello degli abbasidi (con capitale Baghdad, nell'odierno Iraq).


Il califfato omayyade

In tempi successivi, ci sono stati diversi tentativi di farlo risorgere, come è stato il caso del califfato ottomano che perdurò sino al 1924, con la nascita della moderna Turchia, voluta da Atatürk.

Oggi un manipolo di fanatici con un'ideologia di stampo nazista e con mire di espansione, che hanno la loro base in una regione fra la Siria e l'Iraq, intendono far risorgere il califfato. L'autoproclamato califfo si chiama Abu Bakr al-Baghdadi, e governa un'entità chiamata ISIS (o Daesh): lo Stato Islamico della Siria e del Levante. La guerra civile in atto in Siria e in Iraq ha provocato l'esodo di 4 milioni di persone.
(Desidero essere sintetica qui, ma questo punto sarà certamente approfondito)


mappa dell'ISIS

Voglio ricordare che i califfati storici erano centri di grande civiltà, dove venivano coltivate le arti e le scienze, nulla a che vedere con la barbarie che oggi osserviamo nell'ISIS (i numeri che usiamo sono i numeri arabi, la parola algebra (al-ğabr) deriva dall'arabo, lo zero e la numerazione posizionale ci arrivano dall'India grazie agli arabi...).



Alle azioni criminali di gruppi come ISIS, Boko Haram, Al Qaeda, per citare i più noti, si lega l'attributo di jihadisti, col significato di combattenti la 'guerra santa' contro gli infedeli.

Si potrebbe pensare che gli infedeli siano i non islamisti, ma non è così. Per questi gruppi gli infedeli sono i non islamisti e tutti coloro che non interpretano il Corano secondo la loro singolare visione, infatti il maggior numero delle loro vittime vittime si contano fra i musulmani stessi, e chi fugge, fugge dalla loro violenza.

Nel Corano, tuttavia, il termine jihad, che significa letteralmente 'sforzo', è la tensione che un musulmano dovrebbe esercitare verso se stesso comprendere i misteri divini e l'impegno nell'affermare e diffondere la fede. E non ha in origine una connotazione bellica. Maometto parla di un dio misericordioso, pronto al perdono.


Faccio un paragone attualissimo che, secondo me, serve a far capire le distorsioni della religione.
  • Papa Francesco esorta i fedeli ad accogliere i profughi che fuggono dalla barbarie dell'ISIS con spirito cristiano.
  • In Ungheria erigono i muri per impedire l'accesso ai profughi siriani sostenendo che è necessario proteggere la cultura e la civiltà cristiana dall'invasione di questi 'stranieri'.
Chi interpreta correttamente il pensiero cristiano? Il presidente ungherese Orban o il capo della comunità cristiana Francesco?



Shariʿah in arabo significa "legge" ed è un codice di comportamento etico derivante dall'interpretazione dei libri sacri dell'islam (Corano e Sunna). In alcuni Stati islamici (come l'Arabia Saudita e l'Iran) i codici del diritto privato e pubblico derivano dall'interpretazione dei testi sacri, in questo caso si dice che essi applicano la Shariʿah. In altri Stati islamici la Shariʿah non si applica affatto (come in Tunisia e in Turchia), il cui codice è quindi laico, in altri ancora è applicata al solo diritto privato (come in Egitto e in Algeria).


Così come ci indigniamo per l'applicazione della pena di morte negli Stati Uniti d'America, allo stesso modo ci indigna sapere che una donna adultera è condannata con la lapidazione in Iran (per inciso, l'adulterio non è più un reato in Italia solo dal 1968), o che un oppositore di regime è decapitato e crocefisso in Arabia Saudita.

È necessario l'impegno di tutti perché ovunque i diritti umani siano rispettati: alcune associazioni internazionali promuovono campagne simboliche di sensibilizzazione, per combattere contro la violazione dei diritti.



Il sionismo (dal Monte Sion, su cui sorge Gerusalemme, la città santa per cristiani, musulmani ed ebrei) è un movimento politico sorto verso la fine del 1800 che si proponeva di dar vita uno Stato per gli ebrei, per permettere loro di sfuggire alle ripetute ondate di antisemitismo che si susseguivano in Europa. Il culmine delle persecuzioni è stato il genocidio nazista, ma gli ebrei sono stati per secoli fatti bersaglio di ghettizzazione, pregiudizi, persecuzioni e violenze. La nascita dello Stato ebraico, Israele, è stato sancito nel 1948, ma la sua nascita non ha significato la pace, né per gli ebrei, né per i palestinesi che hanno dovuto lasciare le loro terre, profughi a loro volta.


Gerusalemme



La primavera è la stagione dell’anno che rappresenta il risveglio della natura, ed è usata come metafora per indicare i movimenti di lotta per la rinascita della democrazia contro regimi di governo oppressivi, che non rispettano i diritti umani e reprimono le libertà individuali: la Primavera di Praga risale al 1968, la Primavera di Pechino al 1989, e, più recentemente, le Primavere arabe.

Tutto iniziò in Tunisia nel 2010 con le manifestazioni per protestare contro l’aumento del prezzo del pane represse duramente dalla polizia. In seguito alla repressione un ambulante, Mohamed Bouazizi, compì un gesto estremo dandosi fuoco pubblicamente. Sull’onda emozionale le manifestazioni ripresero e divennero contro il regime corrotto di Tunisi e per chiedere elezioni democratiche.


Nella maggioranza dei Paesi arabi post-coloniali i regimi non sono eletti democraticamente, ma sono o a successione dinastica, o nelle mani di militari che hanno preso il potere con colpi di stato, o comunque stabiliti in modo verticistico (dal gruppo al potere). Alla rivolta di Tunisi sono seguite manifestazioni in altri paesi: la Siria, la Libia, l’Egitto, la Tunisia, lo Yemen, l’Algeria, l’Iraq.

La spontaneità della ribellione, la grande partecipazione giovanile, l’imponenza delle manifestazioni di piazza e la non violenza del movimento, che avevano segnato il momento più alto di questa ondata rivoluzionaria, si sono trasformate in molti casi in lotte di potere da parte dei terroristi islamici camuffati da ribelli moderati ed appoggiati in modo spudorato dall’Occidente e dai Paesi arabi coinvolti nei conflitti per motivi politici, sfociate nella tragedia siriana.



lavori in corso

Alawiti
Baathista
Hascemiti
Nazionalismo arabo
Velo islamico
Wahhabita

domenica 30 agosto 2015

La questione mediorientale - le guerre arabo-israeliane

Ho provato a scandire in modo molto schematico i principali eventi che hanno caratterizzato il conflitto arabo-israeliano, ponendo l'accento, al termine, sulla questione palestinese, che è tutt'ora aperta.

La questione mediorientale - le origini

Presento qui una sintesi del filmato RAI "Promesse e tradimenti" che ci permette di comprendere, almeno in parte, le origini dei conflitti che hanno interessato l'area mediorientale.



Nel 1914 scoppia la 1^ Guerra Mondiale che vede confrontarsi da un lato la Triplice Alleanza formata da Prussia, Impero Asburgico (austro-ungarico) e l’impero Ottomano e dall’altro la Triplice Intesa formata da Inghilterra, Francia e Russia.

Doveva essere una guerra di breve durata, ma si è prolungata nel tempo. Per cercare di colpire l’Alleanza, l’Inghilterra punta a sconfiggere gli ottomani, che rappresentavano l’anello più debole, alleandosi con gli arabi, capeggiati da Houssein, promettendo loro di poter far nascere una nazione araba, puntando sul nazionalismo arabo.

Nonostante la promessa degli inglesi agli arabi della possibilità di costruire una nazione araba col loro sostegno, nel 1916 i rappresentanti di Inghilterra e Francia, Sykes e Picot, stipulano un accordo segreto col quale stabiliscono la spartizione dei territori in terra araba in caso di vittoria:
  • all’Inghilterra l’Iraq per le numerose risorse (ferrovie e petrolio), la Giordania, la Palestina e il controllo sul Canale di Suez;
  • alla Francia la Siria per vantaggi commerciali, uno sbocco sul Mar Mediterraneo orientale, e il Libano.


Intanto Inglesi e Francesi sono in difficoltà sul Fronte Occidentale e cercano nuove alleanze, anche perché nel frattempo scoppia la Rivoluzione Russa, e un alleato esce dal conflitto.

Cercano dunque di coinvolgere gli americani nel conflitto, facendo leva sul movimento sionista, ebrei che desiderano un proprio Stato, puntando sul fatto che gli ebrei negli Stati Uniti hanno una grande influenza sul governo. Gli inglesi promettono, con la dichiarazione Balfour, di creare uno stato per gli ebrei in Palestina.


Nello stesso modo gli inglesi cercano di convincere i russi a rientrare nel conflitto, e visto che a capo del governo sovietico vi sono molti ebrei, giocano, anche con loro la carta del sionismo. Ottengono un netto rifiuto, visto che l'ideologia sovietica è internazionalista. Infatti i bolscevichi ritenevano che il nazionalismo, e quindi il sionismo, fosse un’ idea capitalista. Non solo, dopo la rivoluzione i bolscevichi rendono pubblici gli accordi segreti tra la Francia e l’Inghilterra, trovati negli archivi dello zar, e gli arabi capiscono che gli inglesi li hanno ingannati.


Nonostante questo gli arabi non abbandonano l’alleanza con gli inglesi, dalla quale cercheranno di trarre il maggior vantaggio possibile al termine della guerra.

L'11 dicembre 1917 a Gerusalemme arrivano le truppe inglesi con Sykes e Picot che la conquistano. Nell’aprile 1918, sempre a Gerusalemme, arriva Weizmann, capo del movimento sionista, e con lui altri componenti del movimento, e qui e fondano l’Università Ebraica, che rappresenterà il cuore della cultura sionista. Weizmann incontra il generale Allemby, e per gli arabi questo è il chiaro segno che gli inglesi vogliono rispettare la dichiarazione Balfour.

Il 3 ottobre 1918 le truppe di Allemby entrano a Damasco (Siria). Gli inglesi sanno bene che devono cedere la Siria ai francesi. Feisal (uno dei figli di Houssein) nel frattempo ha formato un governo in Siria, ma dopo il Trattato di Versailles, sarà cacciato dai francesi; gli inglesi, allora, lo porranno a capo dell’Iraq, dandogli uno stipendio, e pagando le spese per il suo esercito e i costi della sua amministrazione, concedendogli soltanto un potere simbolico.


L'11 Novembre 1918 in Europa finisce la prima guerra mondiale e a Versailles il 18 gennaio 1919 si riuniscono i vincitori (inglesi, francesi, americani):
  • i territori del Medio Oriente vengono spartiti secondo l’accordo Sykes-Picot
  • è permessa l’immigrazione ebraica in Palestina, secondo la dichiarazione Balfour, ignorando il principio di autodeterminazione dei popoli liberati dalla dominazione ottomana. Le richieste di Feisal a Versailles sono ignorate.

Intanto Weizmann e il movimento sionista finanziano l’acquisto di terre e la costruzione di insediamenti per gli immigrati ebrei.
Negli anni ‘30 e ‘40, gli anni della persecuzione nazista, molti ebrei emigrano in Palestina, che si rivela una via di salvezza. Gli arabi dal canto loro tenteranno di opporsi a quella che sentono un’invasione, e quando gli inglesi proveranno a porvi un freno, subiranno attentati terroristici. Alla fine decideranno di rimettere il loro mandato.
Il 14 maggio 1948, con una risoluzione dell’ONU, nasce lo Stato di Israele, che si trova subito in guerra con gli arabi.


Gli inglesi, per tutte le manovre attuate durante il conflitto, si guadagnano il titolo di “doppiogiochisti”.

martedì 28 luglio 2015

la nascita dell'Unione Europea

Filmato della RAI "L'Europa unita - La difficile nascita di un sogno"

sintesi di Alessio Masotina

La firma del Trattato di Roma






Nell’epoca napoleonica la Francia era la prima potenza europea, poi fu ridimensionata da parte della Germania. Nel corso dell’800 e fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale Germania e Francia si contesero il predominio in Europa (Hitler sfilò a Parigi, nel 1940, nella Francia occupata dai nazisti).


In Italia, nel 1941, Altiero Spinelli e Ernesto Rossi vengono mandati al confino a Ventotene, una delle Isole Pontine, per le loro idee antifasciste. Durante questo periodo elaborarono un documento, il “Manifesto di Ventotene”, che lanciava l’idea della costruzione degli Stati Uniti d’Europa. A loro si unì poi Luigi Einaudi (colui che diventerà il primo Presidente della Repubblica Italiana).

Pur essendo di partiti politici differenti (comunista Spinelli, radicale Rossi, liberale Einaudi), riuscirono a confrontarsi sulla necessità di impedire nuove guerre in Europa e impedire altresì la rinascita dei totalitarismi, nazismo e comunismo, attraverso la formazione di una Europa federata, sul modello degli Stati Uniti.

Rossi, Spinelli e Einaudi sono considerati i padri dell’Unione Europea


Nel febbraio del 1945, prevedendo la vittoria imminente degli alleati, Roosevelt per gli USA, Churchill per l’Inghilterra e Stalin per l’URSS si incontrarono a Yalta, in Crimea, per stabilire la spartizione del mondo fra i vincitori. L’Europa viene spaccata in due e il confine che separa l’Europa Occidentale, sotto l’influenza degli Stati Uniti, dall’Europa Orientale, sotto l’influenza Sovietica, è chiamata “cortina di ferro”. Varsavia, Berlino, Praga, Budapest, Belgrado, Bucarest e Sophia sono le capitali degli stati satelliti dell’Unione Sovietica.

 

A livello internazionale, a Zurigo, il 19 settembre 1946, Churchill parla per la prima volta di Stati Uniti d’Europa. Per favorire la rinascita dell’Europa Occidentale, gli Stati Uniti lanciano il piano Marshall (ERP): un piano di aiuti economici per risollevare l’Europa dalle sue macerie. Per gli USA era importante che l’Europa ritornasse forte per contrastare l’URSS, in quella che sarà la lunga stagione della guerra fredda. Per questo la nascita nell’unità d’Europa sarà incoraggiata dagli USA.


Il 9 maggio del 1950 alle ore 16:00 ci fu la dichiarazione del francese Schumann, con cui propose di costruire l’unità dell’Europa gradualmente, partendo dalla creazione di un’interdipendenza economica fra Germania e Francia per la produzione dell’acciaio, materia prima indispensabile per avviare il processo di ricostruzione.

La Germania è ricca di miniere il carbone (nelle regioni della Saar e della Ruhr), la Francia ricca di miniere di ferro (nelle regioni dell’ Alsazia e della Lorena), ed entrambi i minerali sono necessari per produrre l’acciaio.

Creando questa dipendenza reciproca si poteva evitare che si facessero nuovamente la guerra! Col Trattato di Parigi del 18 aprile 1951 è istituita la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA) a cui aderiscono, oltre a Germania e Francia, anche Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, e Italia.


Questi stessi Paesi, poi, il 25 marzo 1957, firmarono il Trattato di Roma che istituì la CEE (Comunità Economica Europea) e l’EURATOM (Comunità Europea dell’Energia Atomica)


Questo processo è stato accelerato dalla crisi di Suez: Nasser, salito al potere in Egitto, nazionalizzò il Canale di Suez. Francia e Inghilterra intervennero militarmente, ma furono fermati dagli USA. Più che l’Inghilterra, fu la Francia che sentì il bisogno dell’unità degli Stati europei, per contrastare la supremazia di USA e URSS, sperando di riavere il prestigio internazionale del passato.

Il Trattato CEE di Roma prevedeva:
  • l'eliminazione dei dazi doganali tra gli Stati membri;
  • l'istituzione di una tariffa doganale esterna comune;
  • l'introduzione di politiche comuni nel settore dell'agricoltura e dei trasporti;
  • lo sviluppo della cooperazione tra gli Stati membri.

Il Trattato EURATOM fu elaborato per coordinare i programmi di ricerca dei Paesi aderenti al fine di promuovere un uso pacifico dell'energia nucleare.



Le tappe principali sulla strada della costruzione della UE furono:

  • nel 1979 la creazione del Parlamento Europeo eletto direttamente dai cittadini;
  • nel 1993 il Trattato di Maastricht, che si pone l’obiettivo della formazione dell’unione economico-finanziaria, per questo istituisce la BCE (Banca Centrale Europea); l’unione politica ipotizzata dallo stesso Trattato è ancora un percorso tortuoso;
  • nel 1997 il Trattato di Amsterdam rafforza l’unità politica degli Stati e include gli accordi sulla libera circolazione delle persone (Trattato di Schengen)
  • nel 1999 è stato introdotto l’Euro, la moneta unica, nei paesi che fanno parte dell’Eurozona;
  • nel 2002 è stato coniato l’Euro per i paesi dell’Eurozona.

Gli Stati membri:

  • nel 57 ci sono i 6 stati fondatori, Francia, Germania, Italia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo
  • nel 73 diventarono 9: + Danimarca, Irlanda, Inghilterra
  • nel 81 10: + Grecia
  • nel 86 12: +Spagna, Portogallo
  • nel 1990 si ha la riunificazione tedesca, con l'annessione della Germania Democratica alla Repubblica Federale 
  • nel 95 15: + Austria, Svezia, Finlandia
  • nel 2004 25: + Malta, Cipro, Lituania, Lettonia, Estonia, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Slovenia
  • nel 2007 27: + Bulgaria, Romania
  • e nel 2013 28: + Croazia

Gli Stati che chiedono di aderire alla UE:

Fra gli Stati che hanno fatto richiesta di aderire alla UE c’è la Turchia, ma ancora non è stata ammessa a causa delle discriminazioni contro la minoranza curda, e per l’occupazione della parte settentrionale dell’isola di Cipro, che crea tensioni con la Grecia. Altri paesi in attesa di entrare a far parte della UE sono: l’Islanda, la Serbia, la Macedonia, la Bosnia-Erzegovina, il Montenegro, il Kosovo e l’Albania.



Le istituzioni europee

di Alessio Ricotti

L’Unione Europea è un organismo sopra-nazionale. Gli stati rinunciano a parte della loro sovranità, delegando all’Unione il compito di emanare le leggi sui temi di politica comunitaria.

L’Unione Europea si propone di realizzare:

  • l’unione doganale (mancanza di dazi interni e determinazione dei dazi esterni);
  • la libera circolazione delle merci, delle persone e dei capitali;
  • uno spazio di libertà, giustizia e sicurezza;
  • la riduzione delle disuguaglianze (di genere, di etnia,...);
  • una politica di sicurezza estera comune.

Le istituzioni emanano:

  • direttive: che sono immediatamente leggi valide per tutti i cittadini degli stati europei;
  • regolamenti: che valgono per tutti i cittadini europei ma devono essere prima convertite in leggi da ciascuno stato.

Le istituzioni europee sono:


La Commissione Europea:


formata da 28 commissari nominati dal Consiglio Europeo, con competenze nei diversi settori, e cambiano ogni 5 anni. Ogni commissario si occupa di un settore diverso. Il compito della Commissione è di proporre nuove leggi. Il presidente della Commissione è il lussemburghese Jean-Claude Juncker; il Commissario europeo per l’Italia attualmente è Ferdinando Nelli Feroce. I Commissari si riuniscono a Bruxelles, in Belgio.

Il Consiglio dei Ministri dell’Unione:


insieme al Parlamento approva le leggi e ha sede a Bruxelles; ogni volta che si riunisce su un determinato tema, partecipano alle riunioni i 28 ministri dei vari Stati, competenti su quell’argomento. La Presidenza del Consiglio viene assunta per sei mesi, a turno, da uno degli stati dell’Unione. 

Il Parlamento Europeo:


è composto da 736 parlamentari eletti ogni 5 anni dai cittadini europei, la sua sede è a Strasburgo, in Francia. Ha il compito di approvare le leggi proposte dalla Commissione. Il Presidente del Parlamento Europeo è eletto dal Parlamento stesso e resta in carica per due anni e mezzo. L’attuale Presidente è il tedesco Martin Schulz.

Il Consiglio Europeo: 


è composto dai 28 Capi di Stato o di Governo dei Paesi dell’Unione. Si riunisce a Bruxelles. Ha il compito di nominare i Commissari Europei, il Presidente della Commissione e il Presidente della BCE, e fornisce gli indirizzi delle politiche comunitarie. Il Presidente attuale è il polacco Donald Tusk.

La Banca Centrale Europea: 


emette la moneta per 17 dei 28 stati membri, quelli che hanno adottato l’Euro, ed è responsabile delle politiche monetarie dell’Unione Europea. Ha sede a Francoforte (Germania). Il Presidente è nominato dal Consiglio Europeo, e attualmente è Mario Draghi (italiano).

La corte di Giustizia Europea: 


interpreta il diritto dell'UE perché esso venga applicato allo stesso modo in tutti i paesi dell'UE. Ha sede a Lussemburgo, ed è costituita da un giudice per ciascuno Stato membro.

Il Servizio Europeo per l'Azione Esterna: 


gestisce le relazioni diplomatiche internazionali dell'UE. Si propone di rendere più coerente ed efficiente la politica estera dell'UE per accrescere l'influenza dell'Europa nel mondo. La sede è a Bruxelles. A capo del SEAE è l’Alto Rappresentante per la politica estera e la politica di sicurezza, nominato dal Consiglio Europeo. Attualmente il ruolo è ricoperto da Federica Mogherini.


lunedì 27 luglio 2015

La Guerra Fredda

Sintesi del filmato dell’Istituto Luce di Matti_Conte, integrato con le spiegazioni in classe


La Guerra Fredda è terminata con la caduta del MURO DI BERLINO (9 novembre 1989)
A questa svolta epocale hanno legato i loro nomi 3 uomini:

  • GORBACEV: leader dell’URSS (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche),
  • BUSH: presidente degli USA (Stati Uniti d’America),
  • KHOL: cancelliere della GERMANIA OVEST.
Gorbacev - Bush - Khol



Come ebbe inizio la Guerra Fredda?


La Conferenza di Yalta (Febbraio 1945) è un vertice che si è tenuto fra i tre alleati in vista della fine della Seconda Guerra Mondiale e della caduta del regime nazista, per discutere degli assetti futuri dell’Europa. Allo stesso tavolo erano seduti:
  • CHURCHILL: primo ministro britannico,
  • STALIN: leader sovietico,
  • ROOSEVELT: presidente degli USA.

Stalin - Roosevelt - Churchill

In quell’occasione furono conclusi degli accordi, ma il 12 Aprile 1945 muore il presidente degli USA Roosevelt, e gli succedette Truman.

Al termine della Guerra, durante la successiva Conferenza di Potsdam a cui parteciparono Stalin, Churchill e Truman, si evidenziarono dei forti contrasti: Stalin pretese che i nuovi confini degli Stati e le zone di influenza fossero determinati dalla posizione acquisita dagli eserciti di liberazione.

Churchill fu il primo ad esplicitare lo stato di forte tensione dei rapporti fra le potenze vincitrici. Nel marzo 1946 pronunciò un discorso storico:

da Stettino a Trieste, una cortina di ferro è calata sul nostro continente, al di là di quella linea vi sono tutte le capitali dei vecchi stati dell’ Europa centrale ed orientale

Quella “cortina di ferro” stava ad indicare la separazione dei due mondi:

  • l’Occidente europeo, con economie di mercato e sistemi di governo basati sulla democrazia rappresentativa,
  • e l’Oriente europeo, con economie pianificate, e regimi di governo oppressivi e dittatoriali.

La divisione dell'Europa



Come venne combattuta la Guerra Fedda?


Gli americani ritenevano che il motivo dell’adesione all’ideologia comunista fosse la povertà, per questo mirarono a indebolire i partiti comunisti degli Stati alleati (in Italia e Francia sono talmente forti da condividere le responsabilità di governo) fornendo un piano di aiuti economici per la ricostruzione dell’Europa devastata dalla guerra: l’ERP (EUROPEAN RECOVERY PROGRAM o piano di MARSHALL). Tra il 1948 e il 1952 furono stanziati 13 miliardi di dollari, per la ricostruzione e la ripresa economica europea.

Manifesto del Piano Marshall

Inizialmente gli aiuti avrebbero dovuto essere rivolti anche verso l’URSS e gli Stati satelliti, ma Stalin li rifiutò. Sempre più crebbe la divisione fra Est e Ovest.

All’Est nascono:

  • il COMINFORM (ufficio di collegamento fra tutti i Partiti Comunisti),
  • il COMECON (organismo per l’integrazione economica).

Nel ‘48 Stalin bloccò l’accesso a Berlino Ovest. L’assedio durerà 11 mesi (ma i rifornimenti arrivarono ugualmente, grazie a un ponte aereo organizzato da USA e Inghilterra).

Nel ‘49 nacquero la Repubblica Federale di Germania, con capitale a Bonn e la Repubblica Democratica Tedesca, con capitale a Pankow (Berlino Est).

Nello stesso anno fu siglato il PATTO ATLANTICO, per l’integrazione fra USA e Europa Occidentale, con la NATO (North Atlantic Treaty Organization) come organismo per la difesa.

Nel ‘55 fu siglato il PATTO DI VARSAVIA (analogo della NATO per i Paesi d’oltrecortina).

NATO e Patto di Varsavia

Se durante tutto il periodo della Guerra Fredda non ci furono guerre in Europa, tuttavia, URSS e USA si confrontarono in varie parti del mondo:

  • in COREA (1950-53);
  • a CUBA (ottobre 1962);
  • in VIETNAM (1960-75);
  • in AFGHANISTAN (1979-89).


Il terreno di confronto fra le due superpotenze si realizzò anche:

  • sull’equilibrio delle armi nucleari (la guerra nucleare è stata una minaccia incombente);
  • sull’equilibrio delle capacità tecnologiche (corsa verso lo spazio);
  • e anche sulle dispute sportive (medaglieri olimpionici).


Dopo la morte di Stalin, nel 1953, a capo del Partito Comunista sovietico fu nominato Kruscev, e, con l’allora presidente americano Kennedy, avviò un processo di distensione, non senza momenti di alta tensione e di crisi.

Kennedy e Kruscev

Se per gli USA il pericolo nei paesi alleati era costituito dai Partiti Comunisti, contro i quali si mossero attivamente, per l’URSS il pericolo era l'attrazione esercitata dal modello occidentale.

Le rivolte nei paesi dell’Est, fino al 1989 sono state fermate con la forza dei carri armati sovietici o del Patto di Varsavia:

  • nel 1953 (subito dopo la morte di Stalin) a Berlino Est e in altre città della Germania Orientale;
  • nel 1956 in Ungheria e in Polonia;
  • nel 1961, per impedire le continue fughe all’Ovest, a Berlino venne eretto il Muro. Numerosi i morti fra quanti cercarono di scavalcarlo (da 138 a 245 a seconda delle fonti);
  • nel 1968 fu repressa la svolta cecoslovacca denominata Primavera di Praga;
  • nel 1980 furono repressi gli scioperi che si svolsero ai cantieri di Danzica (Polonia) [appoggiati dal Vaticano]


Carri armati sovietici a Praga

L'incontro fra Lech Walesa e Giovanni Paolo II

A Kruscev succedette Breznev (1964-82). Poiché l’URSS è un Paese esportatore di petrolio, si avvantaggiò dell’aumento del prezzo del petrolio a seguito della crisi del 1973, ma impiegò il surplus esclusivamente per rafforzare la potenza militare. L’Occidente, con il successivo abbassamento del prezzo del petrolio, avviò uno straordinario sviluppo tecnologico (siamo ormai negli anni ‘80) che generò un divario tecnologico ed economico fra i due blocchi che non riuscirà più ad essere colmato. L’equilibrio fra le due potenze è rotto.



La fine della Guerra Fredda


Nel 1985 il leader dell’URSS divenne Gorbacev. Nel tentativo di riformare l’URSS, che stava attraversando una grave crisi economica, avviò politiche di riforma. Le sue parole d’ordine furono:

  • glasnost: trasparenza, libertà di informazione e pluralismo politico;
  • perestrojka: ricostruzione economica, libertà di impresa privata.

Francobollo sovietico per la 'perestroica'

Gorbacev ritenne indispensabile avviare una politica di collaborazione con l’Occidente, e per questo firmò con il Presidente degli USA, Ronald Reagan, un accordo per lo smantellamento delle armi strategiche nucleari dall’Europa (euro-missili).

Sul fronte esterno Gorbacev ritirò tutte le truppe sovietiche dai paesi satelliti dell’Europa. Così, senza l’appoggio dell’URSS, si assistette all’inarrestabile passaggio di questi paesi a democrazie di tipo occidentale, a partire dalla Polonia, dove nel 1989 si tennero libere elezioni.

L’ultimo baluardo del socialismo reale restò la Germania Orientale, ma ancora per poco. Imponenti manifestazioni popolari portano alla dissoluzione del regime, e in una notte memorabile venne abbattuto il Muro che divideva Berlino. La Guerra Fredda con Gorbacev era già finita, ma il l’abbattimento del Muro ha significato la caduta del simbolo stesso della divisione dell’Europa.
la caduta del Muro



E oggi?

L’URSS non esiste più, si è disgregata, ma fra Unione Europea e Russia soffiano di nuovo venti di guerra a causa della crisi in Ucraina. Ma questa è un’altra storia...


lunedì 18 maggio 2015

Argentina

Ho ripreso la storia dell'Argentina che avevo già pubblicato, e l'ho completata con le informazioni geografiche ed economiche. Uso queste diapositive per le lezioni in classe

venerdì 8 maggio 2015

Congo (Kinshasa)

La Repubblica Democratica del Congo, o Congo Kinshasa (ex Congo-Belga, ex Zaire) nel racconto di Alessio.

Un vero successo la slide sui bonobo :-)

giovedì 30 aprile 2015

Sudafrica

Continua la rassegna degli Stati: il Sudafrica raccontato da Mattia

domenica 26 aprile 2015

Egitto

In classe i miei studenti si stanno avvicendando nella presentazione di singoli Stati.
Questo è l'Egitto raccontato da Sara