giovedì 15 settembre 2011

Crescere, crescere, crescere. Crescere?





Tre anni fa, il 15 settembre 2008, la banca Lehman Brothers, la quarta banca americana, annunciava la bancarotta, e, dopo pochi giorni, altri importanti centri della finanza mondiale hanno seguito la stessa sorte. Con un travolgente effetto domino questi eventi hanno scatenato una crisi economica mondiale, che stiamo scontando tutt'oggi.

Il video che vi propongo è una presentazione del film "Inside Job", un documentario scritto, diretto e prodotto da Charles Ferguson, e vincitore dell'Oscar nel 2011, che descrive i comportamenti spregiudicati (per usare un eufemismo) dei centri della finanza, che hanno condotto al tracollo, e ne individua le cause nella politica di deregolamentazione economica avviata, a partire dagli anni '80 del secolo scorso, dagli USA e dalla Gran Bretagna, e poi irradiatasi ovunque.

La deregulation si basa sulla teoria economica neoliberista, che rivendica la liberazione dell'economia dalle ingerenze dello Stato, attraverso la privatizzazione dei servizi pubblici, la liberalizzazione di ogni settore non strategico dell'economia e della finanza, la fine di ogni chiusura doganale.

Secondo i teorici, il libero mercato è in grado di auto-regolarsi, garantendo, attraverso la concorrenza, il progresso e la prosperità per tutti.

Dopo trent'anni di applicazione di questa dottrina possiamo osservare gli effetti che ha prodotto:

  • l'aumento del divario fra i paesi poveri e i paesi ricchi;
  • l'aumento del divario fra poveri e ricchi in uno stesso paese;
  • lo spreco dissennato delle risorse della Terra;
  • la mercificazione dei beni indispensabili alla sopravvivenza delle popolazioni;
  • la negazione del futuro per i giovani, l'elevato tasso di disoccupazione, il super-sfruttamento di chi il lavoro ce l'ha;
  • le guerre;
  • la fuga, quando riesce, dei disperati della terra dalle guerre e dalla fame.

Tutti questi punti meritano di essere approfonditi, e lo farò in futuro. Quello che desidero comunicare ora è che sono allibita quando sento, attraverso i mezzi di comunicazione di massa, che la ricetta per uscire dalla crisi attuale consiste nella ripresa della crescita economica, crescita della produzione e dei consumi. E ce lo dicono tutti: destra, sinistra, centro; industriali, commercianti, sindacati. Ma non è possibile! Non possiamo più crescere, non dobbiamo!

Non è che io sia l'unica a pensarla in questo modo, eh?! Ad esempio, navigando nella rete mi è capitato di imbattermi in questo messaggio in bottiglia, che dice chiaramente: non possiamo più far conto sul petrolio, dovremo utilizzarlo per le necessità primarie. Dobbiamo imparare e re-imparare a risparmiare. Chi si arricchisce con gli sprechi del consumismo non siamo noi.

La crisi che stiamo attraversando è sì una crisi economica, ma anche ecologica e di valori. La crisi potrebbe essere considerata un'opportunità: riconsiderare i nostri stili di vita potrebbe permetterci di vivere meglio. Pensiamoci.

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