giovedì 8 settembre 2011

Alleati con l'Estasia, in guerra con l'Eurasia. No, il contrario.




Il video che introduce questo post è tratto dal film 1984, un adattamento dall'omonimo romanzo di George Orwell, scritto nel 1948. Qualcuno ha voluto identificare la società descritta da Orwell nell'URSS di Stalin, tuttavia non può sfuggirci quanto gli scenari profetizzati assomiglino sempre più al nostro presente. Spero non al nostro futuro!

Uno degli aspetti principali trattati nel romanzo riguarda la manipolazione delle menti, perpetrata attraverso la costante e martellante presenza di un'informazione, contraddittoria e a senso unico, diramata da schermi onnipresenti. Il controllo è esercitato anche grazie a telecamere che spiano ogni attimo dell'esistenza delle persone. È questo romanzo che ha ispirato il reality 'Il grande fratello' :'-(.

È probabile che in futuro io utilizzi nel blog altri spunti di riflessione da quest'opera, ma ora desidero concentrare la mia attenzione sul tema della guerra.

Il quadro geopolitico disegnato da Orwell è quello di una Terra è divisa in tre grandi potenze totalitarie perennemente in guerra tra loro: Oceania, Eurasia ed Estasia, che sfruttano la guerra per mantenere il controllo totale sulla società. Le guerre si svolgono fuori dai confini dei tre grandi stati, in quelle terre di nessuno e disputate che sono l'Africa centrosettentrionale e l'Asia centrale, e lo slogan che le accompagna è la guerra è pace.


La manipolazione sull'informazione arriva a capovolgere il passato; per esempio, se si ribaltano i fronti e l'Eurasia diventa improvvisamente alleata dopo esservi stati in guerra fino a un momento prima, nessuno deve rilevarne la contraddizione e portare memoria della precedente ostilità, per cui diverrà vero che l'Eurasia è sempre stata alleata dell'Oceania e che non vi è mai stata inimicizia tra i due stati.

Quello che desidero evidenziare, sono le analogie fra questo scenario e il nostro presente.



1) LOCALIZZAZIONE DEI CONFLITTI

La mappa che segue rappresenta gli attuali conflitti in corso nel mondo nel 2011 e il numero di vittime che hanno generato sino ad ora (via peace reporter).


Sono localizzati nelle terre di nessuno di Orwell, quelle in cui le superpotenze si disputano il predominio. E non è indicata la Libia, ad esempio. Non sono mai complete queste mappe.



2) LA GUERRA È LA PACE

La guerra è la guerra, ovviamente. Ma qualcuno ha mai sentito che, a parole, qualche militare dei paesi occidentali sia stato inviato in guerra? Essi partecipano sempre a missioni di pace.

Sono a conoscenza di persone che si recano in zone di conflitto in missione di pace. Non sono armati. Sono i volontari di Medici Senza Frontiere, Emergency, Amnesty International, AMREF e altre organizzazioni umanitarie che si prodigano a favore delle persone, indistintamente, e che non chiedono in cambio concessioni per lo sfruttamento delle materie prime o accordi commerciali per la vendita di ogni cosa, armi incluse (sigh!).


Gli interventi militari sono sempre accompagnati o seguiti da accordi economici, e poi non importa che da questi accordi l'Occidente ne esca più ricco e i popoli 'aiutati' più poveri. Gli affari sono affari, quante volte ce lo ripetono.

Questi, ad esempio, sono gli "Amici della Libia":


Che brutto spettacolo che hanno dato mentre si disputavano il gas e il petrolio libici: a gara per dimostrare chi era 'più amico', e quindi meritorio della fetta più grande.



3) AMICI. NO, NEMICI. NO, AMICI. NO, NEMICI (GHEDDAFI)

Anni '80: Gheddafi è nemico numero uno degli Stati Uniti d'America. La Libia, per Ronald Reagan, è 'stato canaglia'; le Nazioni Unite approvano la Risoluzione 748, che sancisce un pesante embargo economico contro la Libia.

A cavallo del nuovo millennio: l'ONU decide di ritirare l'embargo alla Libia e George Bush di ristabilire pieni rapporti diplomatici. Il governo italiano, ai tempi di D'alema, riavvia rapporti stretti con la Libia, fino a diventare di tenera amicizia nel 2008 con Berlusconi.


Il presente: La NATO, autorizzata da una risoluzione dell'ONU, interviene militarmente a fianco dei ribelli libici, per abbattere il regime di Gheddafi, "alla luce delle gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani".

L'unico mio commento su questo punto è che i diritti umani in Libia sono sempre stati violati, come continuamente denunciato dalla controinformazione, rimasta inascoltata.


Quello che vorrei mettere a fuoco è che la voce dell'informazione è fortemente condizionata da chi possiede i media, e che le voci critiche, laddove possono esprimersi, hanno una debolissima risonanza.

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