Pubblico qui il lavoro di Andrea, che ha scelto questo tema:
Lo hanno chiamato il “Piano di salvaguardia e razionalizzazione dell’assetto di Indesit Company in Italia” ma si tradurrà in una delocalizzazione in Turchia e Polonia, con conseguente sovrannumero dei lavoratori: 1425 unità. Indesit è il marchio italiano degli elettrodomestici nel mondo.(I link e le immagini sono una mia scelta)
Parla del lavoro nell'era della globalizzazione, dal punto di vista dei lavoratori, nel mondo occidentale e nei paesi in via di sviluppo. E anche dal tuo punto di vista, mentre guardi al futuro.
La globalizzazione economica ha causato una delocalizzazione delle imprese, ovvero, le grandi multinazionali hanno spostato la loro produzione dai paesi più sviluppati ai paesi più poveri, Europa orientale e Asia, soprattutto.
Se questo inizialmente può sembrare un vantaggio, perché sono creati nuovi posti di lavoro in paesi arretrati, che così possono progredire, non lo è affatto, perché i lavoratori non sono trattati nel rispetto dei diritti più elementari.
La Foxconn, dove sono prodotti gli iPhone
Se un operaio in Germania guadagna in media 18 euro all'ora, in Asia la media è di 20 centesimi di euro, e questo comporta un'enorme riduzione del costo del lavoro per l'impresa. Inoltre i lavoratori non hanno una pensione, né assicurazioni, non possono aderire a scioperi e in alcuni paesi neanche godono dei diritti sanciti dall'OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro). E anche l'ambiente di lavoro è pessimo.
La tragedia di Dacca, in Bangladesh
Per non pagare i contributi sono sfruttati anche i bambini e anch'essi sono sottoposti a condizioni durissime.
Denuncia del lavoro minorile
Infine, in questi paesi c'è un disagio tale che se qualcuno, stanco dei maltrattamenti si volesse licenziare, ci sarebbero tantissimi disperati pronti a lavorare anche a condizioni peggiori.
La delocalizzazione delle imprese provoca nei paesi più avanzati l'aumento della disoccupazione nel settore industriale, mentre nel terziario sono sempre più diffusi i contratti precari, incerti sulla durata, a minor salario, senza assicurazioni. In tal modo è difficile per i giovani fare progetti per il futuro.
Call center
Molti giovani, con una buona istruzione, preferiscono lasciare l'Italia perché non vedono prospettive lavorative adeguate nel nostro paese, che risente più di altri dell'attuale crisi economica. E la Germania, ad esempio, è pronta ad accoglierli. Anch'io immagino così il mio futuro, lontano dall'Italia.
Ottimo lavoro!
RispondiEliminaFrancesca