Quest'articolo è la fusione degli articoli scritti da Gianluca Sergi e Lorenzo Matera
Nel 2003 a causa dell’occupazione dell’Iraq da parte degli americani e dell’abbattimento del regime sunnita di Saddam Houssein, il governatore dell’Iraq imposto dagli USA emanò un decreto che prevedeva lo scioglimento dell’esercito iracheno.
Il 28 giugno 2004 si instaurò un nuovo governo provvisorio iracheno, presieduto da uno sciita con il compito di preparare lo svolgimento di nuove elezioni e di redigere la nuova carta costituzionale.
Nella comunità sunnita, che svolgeva un ruolo marginale nel processo di transizione, si rafforzò intanto un'ala radicale (costituita principalmente da ex-militari di Saddam Houssein) che cominciò a combattere contro gli statunitensi e contro il nuovo governo sciita, con lo scopo di riprendere il potere in Iraq: intensificò la sua offensiva terroristica, con migliaia di attentati mortali e di atti di sabotaggio.
In un clima di terrore si svolsero le elezioni nel 2005, ma nel 2006 l’organizzazione di ex-militari iracheni si unì ad altri quattro gruppi di ribelli e venne annunciata la fondazione dello Stato islamico dell’Iraq, ISI.
Nel 2011, nel caos creato dalla guerra civile siriana, lo Stato Islamico ha occupato militarmente anche parte della Siria, e nel 2012 è nato lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante.
L’esercito regolare iracheno, addestrato dagli USA, sta portando degli attacchi all’ISIS e il 27 dicembre, pochi giorni fa, ha ripreso la città di Ramadi, che si trova a 100 km dalla capitale.
Si è già parlato di Siria, di Iran e di Turchia.
Gli altri protagonisti che saranno considerati nei prossimi post sono:
- Arabia Saudita
- ISIS
- Hezbollah
- Francia
- Gran Bretagna
- Russia
- Italia
- Al Qaeda
- il popolo curdo
- USA
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